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FERROVIE DEL SUD EST
Un viaggio nel senso pieno della parola.
Da S. Maria di Leuca a Lecce e ritorno su un treno delle Ferrovie del Sud Est.
Un viaggio su una linea cosiddetta "minore", certamente non veloce ma che restituisce il piacere del viaggio come percorso e non solo come "fretta di arrivare".
Tante stazioni, persone, luoghi, visti da un finestrino finalmente aperto e non sigillato come ormai accade su quasi tutti i treni.
Ritorna, come molti anni fa, la voglia di affacciarsi (con prudenza) e di guardare avanti, sentendo l'aria ed il vento entrare nel vagone e riempire le tendine come fossero delle vele.
E' facile che la suggestione e la memoria ci riconducano ad altri viaggi, magari fatti in passato con la famiglia o amici, e ci facciano dimenticare che, spesso, si "deve arrivare" tramutando il viaggio in un mero intervallo in cui ci si dedica al computer, al telefono o a parlare di lavoro...perdendo magari qualche meraviglia che passa in quel momento davanti al finestrino.
Le immagini di questa serie non presentano treni lussuosi, stazioni con moderne architetture mirabolanti o personaggi alla moda....tutt'altro. Queste foto non giudicano, anzi vogliono, per quello che è possibile, valorizzare il senso di questo viaggiare "a bassa velocità".
Non posso non pensare a Roberto Salbitani, "grande fotografo introspettivo e visionario" ed al suo libro "Storia di un viaggiatore".
Roberta Valtorta, nel ricostruire la figura, il lavoro e la necessità di viaggiare, spesso in treno, di Salbitani dice:
"Il treno assume la funzione di un luogo teatrale nel quale vite diverse e tra loro sconosciute si danno un casuale appuntamento e si mettono improvvisamente in scena l'una per l'altra, mentre il mondo, fuori del finestrino, scorre, sfugge nel trasformarsi. Il rettangolo del finestrino è come uno schermo cinematografico sul quale continui paesaggi si proiettano e immagini di pezzi di mondo si susseguono: se il viaggiatore li osserva nel loro scorrere si tratta di un film, se dorme è il suo sogno."
Parole che condivido completamente.
Da S. Maria di Leuca a Lecce e ritorno su un treno delle Ferrovie del Sud Est.
Un viaggio su una linea cosiddetta "minore", certamente non veloce ma che restituisce il piacere del viaggio come percorso e non solo come "fretta di arrivare".
Tante stazioni, persone, luoghi, visti da un finestrino finalmente aperto e non sigillato come ormai accade su quasi tutti i treni.
Ritorna, come molti anni fa, la voglia di affacciarsi (con prudenza) e di guardare avanti, sentendo l'aria ed il vento entrare nel vagone e riempire le tendine come fossero delle vele.
E' facile che la suggestione e la memoria ci riconducano ad altri viaggi, magari fatti in passato con la famiglia o amici, e ci facciano dimenticare che, spesso, si "deve arrivare" tramutando il viaggio in un mero intervallo in cui ci si dedica al computer, al telefono o a parlare di lavoro...perdendo magari qualche meraviglia che passa in quel momento davanti al finestrino.
Le immagini di questa serie non presentano treni lussuosi, stazioni con moderne architetture mirabolanti o personaggi alla moda....tutt'altro. Queste foto non giudicano, anzi vogliono, per quello che è possibile, valorizzare il senso di questo viaggiare "a bassa velocità".
Non posso non pensare a Roberto Salbitani, "grande fotografo introspettivo e visionario" ed al suo libro "Storia di un viaggiatore".
Roberta Valtorta, nel ricostruire la figura, il lavoro e la necessità di viaggiare, spesso in treno, di Salbitani dice:
"Il treno assume la funzione di un luogo teatrale nel quale vite diverse e tra loro sconosciute si danno un casuale appuntamento e si mettono improvvisamente in scena l'una per l'altra, mentre il mondo, fuori del finestrino, scorre, sfugge nel trasformarsi. Il rettangolo del finestrino è come uno schermo cinematografico sul quale continui paesaggi si proiettano e immagini di pezzi di mondo si susseguono: se il viaggiatore li osserva nel loro scorrere si tratta di un film, se dorme è il suo sogno."
Parole che condivido completamente.
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