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FOGLI SENSIBILI
Realizzazione di stampe su carta da disegno
Fogli sensibili vuol dire, molto semplicemente, utilizzare dei normali fogli di carta da disegno per ottenere delle stampe a contatto o per ingrandimento. Ottenere delle foto con un procedimento abbastanza semplice ed artigianalmente “in house”, senza usare la carta sensibile commerciale.
Il risultato sarà una stampa unica e tecnicamente irripetibile, sicuramente di grande effetto.
Sintetizzo di seguito il procedimento che ho utilizzato con questa tecnica.
Occorrente:
- un ambiente oscurabile da attrezzare a camera oscura;
- un normale negativo BN di grande formato, se sceglieremo di stampare la nostra immagine a contatto e per la realizzazione del quale rimando alla mia pagina web sull’argomento. La stampa, in questo caso, avverrà con una lampadina ad incandescenza opportunamente posizionata e quindi non si presenteranno le problematiche relative a fonti di illuminazioni UV che richiederebbero la “colorazione” del negativo;
- in alternativa, un negativo di formato più piccolo (35mm o 120mm) che utilizzeremo proiettandolo da un ingranditore e che ci farà così operare in camera oscura come se stampassimo in maniera classica;
- della carta da disegno di buona grammatura (non meno di 180 g.) poiché, nel processo operativo, il foglio subirà diverse immersioni in sostanze liquide quali la gelatina per collare il foglio, la sensibilizzazione e poi le tre fasi classiche dello sviluppo, arresto, fissaggio e (se desiderato) anche il viraggio.
Le sollecitazioni e deformazioni del foglio saranno molte ma non critiche se si farà attenzione alle varie fasi operative. La scelta potrà ricadere, solo per fare degli esempi, su Fabriano Artistico o Aquarelle Arches da 300 g. (oppure di grammatura inferiore ma non minore, come detto, di 180 g.) nella dimensione 23x30 centimetri o A4;
- gelatina sensibile reperibile sul mercato quale la Tetenal Work, la Rollei Black Magic, la Fotospeed LE30 fixed grade B&W oppure la Rockland Colloid Liquid Light. Le gelatine sono di gradazione fissa (mi sembra 2) oppure VC cioè a contrasto variabile;
- un ingranditore, se utilizzeremo negativi piccoli, oppure una semplice lampadina bianca (dai 25w ai 60w), se utilizzeremo negativi più grandi per contatto, da posizionare ad un metro e mezzo dal sandwich foglio sensibilizzato/negativo. La distanza della lampadina dal foglio potrà essere oggetto di provini scalari per individuare quella giusta.
Sequenza operativa.
Molte carte da disegno sono già collate in fabbrica e quindi si può saltare questa prima procedura. Ove così non fosse sarà necessario collare i fogli per immersione (meglio) con normale colla di pesce reperibile al supermercato nella misura di 30g./litro in acqua molto calda (per mantenere liquida la gelatina che facilmente, a temperature ambiente, si rapprenderebbe diventando di difficile stesa). Sarebbe bene utilizzare, dopo la collatura, anche un bagno con un antifermentativo (come la formalina) che stabilizza la gelatina ma che va usata in ambiente areato poiché tossica. I fogli possono essere asciugati anche con un asciugacapelli settato su aria fredda. Queste operazioni si potranno fare a luce ambiente.
Una volta collata la carta, i fogli vanno sensibilizzati, ora rigorosamente con una luce inattinica da camera oscura (giallo ambrata o rossa, vedere le istruzioni dei produttori delle gelatine) con una delle emulsioni sensibili indicate precedentemente. La sensibilizzazione potrà essere impartita a pennello o per immersione. La stesa a pennello, a mio avviso, renderà il risultato finale più caratteristico poiché le pennellate conferiscono all’immagine un tocco di maggiore artigianalità rendendo evidente il lavoro del fotografo. I fogli vanno fatti asciugare all’aria ed al buio (evitando che vi si depositi della polvere) oppure accelerando l’asciugatura con un phon a temperatura fredda.
Quindi, dopo aver collati e sensibilizzati i fogli, si potrà procedere alla stampa della nostra immagine.
Se utilizzeremo un ingranditore, inseriremo il nostro negativo nel cassetto portanegativi, regoleremo l’altezza della colonna dell’ingranditore ed il diaframma del suo obiettivo, facendo anche un normale provino scalare per individuare la giusta esposizione. Per non sprecare troppo materiale sensibilizzato, per la provinatura consiglio di utilizzare qualche ritaglio della stessa carta, collata e sensibilizzata “ad hoc” per queste prove.
Potremo, in alternativa, ed utilizzando un negativo più grande (almeno 13x18 cm. o maggiori), stampare a contatto la nostra immagine creando un sandwich carta sensibile/negativo (pellicola o carta che sia) emulsione contro emulsione (tenuto a pressione da una lastra di vetro), posizionando su di esso la lampadina bianca prima citata ad una distanza tra un metro ed un metro e mezzo, secondo i watt della stessa. Seguirà anche qui un provino scalare sia per l’esposizione che per la distanza della lampadina.
Ovviamente, una volta trovati tempi, diaframmi e distanze, questi potranno essere degli ottimi punti di riferimento per iniziare. Meglio prendere degli appunti come riferimenti.
Dopo l’esposizione si sviluppa l’immagine, la si fissa e si effettua un doppio lavaggio finale, il primo in normale acqua di rubinetto ed il secondo in H.C.A. (agente chiarificatore “hypo clearing agent”, per risparmiare acqua del lavaggio finale). La nostra stampa dovrà essere poi asciugata all’aria.
Successivamente sarà bene virare le nostre stampe. Un ottimo viraggio conservativo è quello al selenio nella misura di 1:20. La stampa durerà per molto tempo ed assumerà una leggerissima e gradevolissima intonazione verde chiaro, quasi fosse stata sviluppata in pirocatechina.
In basso ci sono due serie di immagini realizzate con questa tecnica. La serie “Bretagna” è stata realizzata su carta da disegno Arches, mentre nella serie Sicilia ho utilizzato dei fogli Rosaspina Fabriano, eccellenti per la porosità e l'assorbimento delle sostanze chimiche.
Fogli sensibili vuol dire, molto semplicemente, utilizzare dei normali fogli di carta da disegno per ottenere delle stampe a contatto o per ingrandimento. Ottenere delle foto con un procedimento abbastanza semplice ed artigianalmente “in house”, senza usare la carta sensibile commerciale.
Il risultato sarà una stampa unica e tecnicamente irripetibile, sicuramente di grande effetto.
Sintetizzo di seguito il procedimento che ho utilizzato con questa tecnica.
Occorrente:
- un ambiente oscurabile da attrezzare a camera oscura;
- un normale negativo BN di grande formato, se sceglieremo di stampare la nostra immagine a contatto e per la realizzazione del quale rimando alla mia pagina web sull’argomento. La stampa, in questo caso, avverrà con una lampadina ad incandescenza opportunamente posizionata e quindi non si presenteranno le problematiche relative a fonti di illuminazioni UV che richiederebbero la “colorazione” del negativo;
- in alternativa, un negativo di formato più piccolo (35mm o 120mm) che utilizzeremo proiettandolo da un ingranditore e che ci farà così operare in camera oscura come se stampassimo in maniera classica;
- della carta da disegno di buona grammatura (non meno di 180 g.) poiché, nel processo operativo, il foglio subirà diverse immersioni in sostanze liquide quali la gelatina per collare il foglio, la sensibilizzazione e poi le tre fasi classiche dello sviluppo, arresto, fissaggio e (se desiderato) anche il viraggio.
Le sollecitazioni e deformazioni del foglio saranno molte ma non critiche se si farà attenzione alle varie fasi operative. La scelta potrà ricadere, solo per fare degli esempi, su Fabriano Artistico o Aquarelle Arches da 300 g. (oppure di grammatura inferiore ma non minore, come detto, di 180 g.) nella dimensione 23x30 centimetri o A4;
- gelatina sensibile reperibile sul mercato quale la Tetenal Work, la Rollei Black Magic, la Fotospeed LE30 fixed grade B&W oppure la Rockland Colloid Liquid Light. Le gelatine sono di gradazione fissa (mi sembra 2) oppure VC cioè a contrasto variabile;
- un ingranditore, se utilizzeremo negativi piccoli, oppure una semplice lampadina bianca (dai 25w ai 60w), se utilizzeremo negativi più grandi per contatto, da posizionare ad un metro e mezzo dal sandwich foglio sensibilizzato/negativo. La distanza della lampadina dal foglio potrà essere oggetto di provini scalari per individuare quella giusta.
Sequenza operativa.
Molte carte da disegno sono già collate in fabbrica e quindi si può saltare questa prima procedura. Ove così non fosse sarà necessario collare i fogli per immersione (meglio) con normale colla di pesce reperibile al supermercato nella misura di 30g./litro in acqua molto calda (per mantenere liquida la gelatina che facilmente, a temperature ambiente, si rapprenderebbe diventando di difficile stesa). Sarebbe bene utilizzare, dopo la collatura, anche un bagno con un antifermentativo (come la formalina) che stabilizza la gelatina ma che va usata in ambiente areato poiché tossica. I fogli possono essere asciugati anche con un asciugacapelli settato su aria fredda. Queste operazioni si potranno fare a luce ambiente.
Una volta collata la carta, i fogli vanno sensibilizzati, ora rigorosamente con una luce inattinica da camera oscura (giallo ambrata o rossa, vedere le istruzioni dei produttori delle gelatine) con una delle emulsioni sensibili indicate precedentemente. La sensibilizzazione potrà essere impartita a pennello o per immersione. La stesa a pennello, a mio avviso, renderà il risultato finale più caratteristico poiché le pennellate conferiscono all’immagine un tocco di maggiore artigianalità rendendo evidente il lavoro del fotografo. I fogli vanno fatti asciugare all’aria ed al buio (evitando che vi si depositi della polvere) oppure accelerando l’asciugatura con un phon a temperatura fredda.
Quindi, dopo aver collati e sensibilizzati i fogli, si potrà procedere alla stampa della nostra immagine.
Se utilizzeremo un ingranditore, inseriremo il nostro negativo nel cassetto portanegativi, regoleremo l’altezza della colonna dell’ingranditore ed il diaframma del suo obiettivo, facendo anche un normale provino scalare per individuare la giusta esposizione. Per non sprecare troppo materiale sensibilizzato, per la provinatura consiglio di utilizzare qualche ritaglio della stessa carta, collata e sensibilizzata “ad hoc” per queste prove.
Potremo, in alternativa, ed utilizzando un negativo più grande (almeno 13x18 cm. o maggiori), stampare a contatto la nostra immagine creando un sandwich carta sensibile/negativo (pellicola o carta che sia) emulsione contro emulsione (tenuto a pressione da una lastra di vetro), posizionando su di esso la lampadina bianca prima citata ad una distanza tra un metro ed un metro e mezzo, secondo i watt della stessa. Seguirà anche qui un provino scalare sia per l’esposizione che per la distanza della lampadina.
Ovviamente, una volta trovati tempi, diaframmi e distanze, questi potranno essere degli ottimi punti di riferimento per iniziare. Meglio prendere degli appunti come riferimenti.
Dopo l’esposizione si sviluppa l’immagine, la si fissa e si effettua un doppio lavaggio finale, il primo in normale acqua di rubinetto ed il secondo in H.C.A. (agente chiarificatore “hypo clearing agent”, per risparmiare acqua del lavaggio finale). La nostra stampa dovrà essere poi asciugata all’aria.
Successivamente sarà bene virare le nostre stampe. Un ottimo viraggio conservativo è quello al selenio nella misura di 1:20. La stampa durerà per molto tempo ed assumerà una leggerissima e gradevolissima intonazione verde chiaro, quasi fosse stata sviluppata in pirocatechina.
In basso ci sono due serie di immagini realizzate con questa tecnica. La serie “Bretagna” è stata realizzata su carta da disegno Arches, mentre nella serie Sicilia ho utilizzato dei fogli Rosaspina Fabriano, eccellenti per la porosità e l'assorbimento delle sostanze chimiche.
