pasquale aiello
foto e progetti
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NEGATIVO DIGITALE

Qualche suggerimento

Ho fatto un po' di ricerche sulle antiche tecniche fotografiche, chiamate oggi tecniche alternative di stampa (TAA). Per tecniche antiche o alternative si intendono, solo per citarne alcune, le cianografie, la carta salata, la kallitipia, la stampa al platino o palladio. Quante sono? Guardate sul sito di Alternative Photography o su quello del Gruppo Namias di Parma.
Approfondendo la materia, si evince facilmente che tutte hanno bisogno, come negativo, di una “matrice” grande quanto la stampa che si vuole ottenere. Ma come?
Ho, quindi, studiato meglio la creazione di un negativo di grande formato (OGF). Tale negativo, come detto, deve essere utilizzato a contatto e misurare quanto la stampa finale. Inoltre, secondo il mio personalissimo parere, formati inferiori al 9x12 potrebbero non produrre stampe adeguate.

Negativo OGF analogico

In anni passati, tempi analogici, a parte l’uso di camere di grande formato, l’unica strada percorribile era fare degli internegativi (partendo da un negativo BN, una diapositiva a colori o una diapositiva BN come la famosa “Scala” dell’Agfa oggi Adox) da ingrandire successivamente in camera oscura su supporti di dimensioni più generose (4x5, 5x7 o maggiori) tali da essere stampati a contatto con il supporto emulsionato (la carta da disegno su cui viene steso lo strato sensibile). Il nemico maggiore era la polvere che si depositava ovunque ed inoltre bisognava avere un forte “atteggiamento raziocinante” (cito da Damiano Bianca) quando il percorso non prendeva la via che ci aspettavamo e si faceva forte il desiderio di buttare via tutto il lavoro fatto.

Le alternative oggi

Anche oggi si può percorrere questa strada, ma ne esistono sicuramente almeno altre due, tenendo conto di un importante contributo tecnico fornito da Mike Ware relativamente alla diversità "fisica" tra un negativo chimico ed un negativo formato da inchiostri. Contributo che recita: "Il punto essenziale è che i negativi a getto d'inchiostro sono otticamente completamente diversi dai negativi familiari realizzati con emulsioni di gelatina d'argento. Questi ultimi hanno una densità neutra che non varia molto con la lunghezza d'onda: ciò che si vede e misura nella regione visibile dello spettro è un riflesso abbastanza accurato di ciò che accade nel vicino UV, dove il negativo effettivamente fa il suo lavoro quando viene utilizzato per la stampa alternativa. Questo non è così per i negativi digitali, che sono realizzati con coloranti o pigmenti, avendo assorbanze nel vicino UV che sono molto diverse dai loro valori nella regione visibile. I normali densitometri, che misurano le lunghezze d'onda visibili, sono inutili e non dicono nulla su ciò che accade nell'UV. Se non avete la fortuna di possedere un densitometro UV è necessario procedere empiricamente."
E quindi....
La prima strada è quella citata prima e cioè di usare direttamente una fotocamera che produca un negativo di grandi dimensioni sia esso una pellicola o carta fotografica. Il minimo, secondo la mia opinione, è il formato 4x5 che può essere prodotto con un blasonato banco ottico ma anche, e più economicamente ed egregiamente quasi nella stessa misura, con una scatola stenopeica oppure con una camera ottica autocostruita che potrebbe avere per obiettivo una economica lente d’ingrandimento da cartoleria. Per intenderci sulla camera ottica, guardate questo breve video autoprodotto.
Dopo aver esposto il materiale sensibile, pellicola BN o carta fotografica BN, averlo sviluppato e fissato, avremo la nostra “matrice” già pronta da stampare a contatto.
L’importante, credo, sia rendersi conto che stiamo parlando di tecniche che possono essere generate sia da negativi ultradefiniti con ottiche ultraperformanti ma ovviamente costosissime, oppure sfruttare l’inventiva e l’artigianalità recuperando materiali o utilizzando ottiche “low fi”. Può essere una scelta estetica oltre che economica. Si può fare fotografia anche con materiali poveri basta che ci si intenda su cosa sia la fotografia.
Tanto è vero che, a volte, la fotografia può essere una necessità come accadde al fotografo cileno Claudio Zderich, prigioniero politico nel 1983, che si costruì una piccola macchina fotografica in condizioni disagiate e con mezzi di fortuna. La pellicola era costituita da opachi di carta, l’obiettivo una piccola lente d’ingrandimento. Con essa riuscì a documentare le drammatiche condizioni delle carceri di Pinochet.
Dopo questa breve digressione arriviamo alla seconda strada
La seconda strada, ibrida, è quella di creare un negativo digitale di grande formato su un acetato OHP, utilizzando una delle tante foto che “scattiamo” con le nostre camere digitali. Il file verrà trattato successivamente e “semplicemente” in un qualsiasi programma di fotoritocco. Come? C’è, sul web, una vasta letteratura in merito...quasi da perdersi o da confondersi.
Il metodo più semplice prevede, in estrema sintesi, che si apra il file a schermo, lasciandolo in RGB, lo si “aggiusti” per il contrasto con i comandi “valori tonali” o “curve”, lo si converta in BN (immagine > regolazioni > bianco e nero), lo si inverta in negativo (immagine > regolazioni > inverti) e lo si rifletta orizzontalmente (immagine > rotazione immagine > rifletti quadro orizzontale) per dare il verso corretto all’immagine finale. Semplice? Parrebbe di si. Il file così ottenuto, come detto prima, va stampato su un foglio trasparente OHP (Pictorico, Afga, Fixxon, Ferrania o altri ancora) nella dimensione che riterremo opportuna. I fogli sono in genere degli A4 ma, all’interno dell’area di stampa potremo scegliere il formato che vogliamo.

Il “calotipo” moderno

Una bella, ulteriore, alternativa a stampare il file (trattato come descritto sopra) su pellicola è quella di farlo su un economicissimo foglio di carta da fotocopia. Sul nostro foglio apparirà il negativo di carta pronto per la stampa a contatto. Sul web, per esempio, Nitsa Malik ha stampato in questo modo dei negativi di carta che ha successivamente messo a contatto con dei fogli di carta salata con risultati molto buoni da vedere e leggere in inglese qui. Certo il foglio da fotocopia deve essere liscio, non troppo pesante (max 80g.) e privo di filigrane.

La “ceratura” del negativo di carta

Sempre a proposito del negativo di carta, vorrei segnalarvi un metodo molto semplice per rendere più trasparente il foglio di carta da fotocopia appena stampato con il nostro file in negativo: cerarlo.
Si può utilizzare la comune cera di una candela. Sappiamo che il foglio di carta non ha la trasparenza di una pellicola quindi richiede esposizioni più lunghe ed è caratterizzato da una definizione minore: cerandolo e rendendolo quindi traslucido, miglioriamo di molto le cose. Sul web c’è un video del Branco Ottico, nome originale di un combo che si occupa di fotografia in maniera molto originale, che mostra in italiano come realizzare un negativo cerato.
E' anche possibile, infine, seguire i consigli di un grande sperimentatore come Peter Mhrar che in questo video usa un olio invece della cera per rendere trasparente un negativo di carta.

Stampanti ed esposizione.

Volevo aggiungere che sul web i più raffinati utilizzano stampanti professionali. Da vari riscontri, non da ultimo su un articolo di Salvo Veneziano, ho visto che anche le stampanti per uso domestico vanno altrettanto bene (da fare attenzione solo al fatto che non righino o punteggino l’acetato).
Ovviamente bisogna fare dei provini scalari per cercare il massimo bianco o nero, tenendo però conto che con quasi tutte le tecniche alternative il bianco o il nero sono in realtà colori, derivanti dalla tecnica che utilizziamo (per esempio una cianografia avrà dei bianchi e, invece del nero, un bel celeste/blu mentre una stampa Van Dick avrà dei toni bruni). Inoltre alcune tecniche richiedono un negativo molto contrastato, densità da 1.6 a 2.2, che convenzionalmente si stamperebbe bene solo con carta di gradazione 0 (zero).
L’esposizione avverrà sotto raggi UV cui reagiscono i materiali che vengono utilizzati per sensibilizzare il foglio di carta. Utilizzeremo un torchietto che pressi il foglio ed il negativo. Sul sito Zarpos.it spiegano come costruirsene uno, poi ognuno può autocostruiri qualcosa di più semplice.
La nostra fonte di raggi UV potrà essere il sole (economico ma non sempre disponibile) oppure un bromografo (scatola di legno con dentro dei tubi emittenti raggi UV da 345 nm a 410 nm) oppure apparecchi a led facilmente acquistabili sul web (sono le lampade nere/blu per feste e discoteche….) con potenza dai 30 ai 100 watt: osservo che già 30 o 50 watt sono sufficenti. I tempi saranno di molti secondi o minuti, quindi non brevi anche secondo la potenza della lampada e la distanza di questa dal torchietto carta sensibile/negativo.
Indico dei link, uno che indirizza al sito di Riccardo Gazzarri ed uno sempre al sito si Zarpos.it, per la costruzione di un bromografo. Poi al sito della fotografa Nicole Small dove ho letto (in inglese, ma si capisce molto bene anche con dei video) quanto descrivo riguardo le lampade UV a led. Sullo stesso sito ci sono molte altre informazioni, in particolare sulla cianografia. Valuterete voi il grado di artigianalità della vostra inventiva e deciderete se costruirvi qualcosa con le vostre mani o acquistarlo già pronto.
Proprio l’esposizione sotto i raggi ultravioletti ha fatto riscontrare a molti fotografi che non sempre sia sufficiente un negativo in BN. A volte per bloccare meglio i raggi UV ed avere “bianchi” puliti o “neri” profondi” occorre “colorare” il negativo riempiendolo con una tonalità che assolva a questa funzione. In genere sono colori caldi (giallo scuro, rosso, spesso l’arancione) oppure il verde.
Non posso addentrarmi, per motivi di spazio, in questa tematica specifica. Sul web ci sono diverse ricette, alcune complicate altre più semplici. Vi indico alcuni link a video tutoria o a siti web (molti in inglese). In alcuni è possibile scaricare delle curve già pronte con cui correggere le curve dei nostri negativi:
https://www.alternativephotography.com/digital-negatives-color-ratio/
https://www.alternativephotography.com/curve-corner-photoshop-curves/
http://www.photomrhar.com/
https://www.bostick-sullivan.com/digital-negatives-lut/

Le prove che vedete sotto sono solo delle semplici sperimentazioni, non banali solo perché sono state utilissime per capire alcuni dei processi descritti, valutare i supporti ed iniziare un percorso più consapevole.
negativo 13x18 ottenuto in camera oscura per ingrandimento, su pellicola lith, da una diapositiva Scala BN
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negativo 13x18 ottenuto in camera oscura per ingrandimento, su pellicola lith, da una diapositiva Scala BN
positivo sviluppato convenzionalmente, stampato a contatto su carta ferrania scaduta
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positivo sviluppato convenzionalmente, stampato a contatto su carta ferrania scaduta
internegativo stampato per ingrandimento da fotogramma BN e diventato quindi positivo - da stampare a contatto con altro foglio lith per ottenere il negativo che segue.
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internegativo stampato per ingrandimento da fotogramma BN e diventato quindi positivo - da stampare a contatto con altro foglio lith per ottenere il negativo che segue.
controtipo negativo su pellicola lith (dall'internegativo lith positivo presentato prima) - negativo da stampare a contatto su carta o supporti sensibilizzati - si nota la classica netta separazione dei toni, tipica delle pellicola ad alto contrasto.
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controtipo negativo su pellicola lith (dall'internegativo lith positivo presentato prima) - negativo da stampare a contatto su carta o supporti sensibilizzati - si nota la classica netta separazione dei toni, tipica delle pellicola ad alto contrasto.
prova negativo su trasparente OHP Pictorico da file digitale (smartphone)- applicato colore arancio al 25% - orientato dx/sn
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prova negativo su trasparente OHP Pictorico da file digitale (smartphone)- applicato colore arancio al 25% - orientato dx/sn
prova negativo di carta formato a4 - stampato da file digitale con fotocopiatrice laser - evidente la trama della carta
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prova negativo di carta formato a4 - stampato da file digitale con fotocopiatrice laser - evidente la trama della carta
prova negativo di carta su carta velina formato 10x15 - stampato con Epson da ufficio - evidente la trama della carta
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prova negativo di carta su carta velina formato 10x15 - stampato con Epson da ufficio - evidente la trama della carta
prova negativo di carta formato A4 - stampato da file digitale con stampante Epson da ufficio - invertito dx/sn
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prova negativo di carta formato A4 - stampato da file digitale con stampante Epson da ufficio - invertito dx/sn
prova negativo di carta formato A4 - stampato da file digitale con stampante Epson da ufficio - invertito dx/sn
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prova negativo di carta formato A4 - stampato da file digitale con stampante Epson da ufficio - invertito dx/sn
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