SNIA VISCOSA La ricerca su questa area industriale dismessa era un capitolo del progetto sul territorio dell'ex VI Municipio. Come già accaduto per altre parti di quella ricerca, anche in questo caso l'insieme delle fotografie e la documentazione che ne è derivata, è quasi diventato un lavoro a sè.
Lo stato dei manufatti era in degrado ma si distinguevano perfettamente le varie aree di produzione e di attività. Molte scritte che indirizzavano sulla destinazione dei locali e sul loro utilizzo rimanevano leggibili e chiare. La vegetazione, certamente, aveva riconquistato molti ambienti ed in alcune foto questa circostanza ho tenuto ad evidenziarla. Una naturale, benevola ed irreversibile entropia. Inevitabile il richiamo, almeno per alcuni (e senza voler narrare le cose più in grande di quanto meritino o siano), ai film di Andrej Tarkovskij ed in particolare al concetto di "Zona", cui sono molto legato, magistralmente descritto nel film "Stalker" (1979) a sua volta derivato dal racconto "Picnic sul ciglio della strada (1972)" dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij. Gli ambienti di mattoni, le ampie finestre industriali, gli echi delle infiltrazioni d'acqua ed i piccoli laghetti, le scale interrotte ed i vani pieni di oggetti che avevano perduto la loro forma e funzione, la vegetazione ormai parte integrante del racconto e della storia della fabbrica, tutto, insomma, richiamava scene dal film Stalker, film che, più di tutti ha ispirato le nuove ricerche di archeologia industriale e di preservazione di ambienti in degrado o rovina. Durante la realizzazione del progetto abbiamo rinvenuto piccole tracce di uso abitativo nella zona industriale vicina alla Via Prenestina. In una parte della fabbrica prospicente la ferrovia, invece, di fatto più protetta e meno in vista, si era insediata una piccola comunità di arabi magrebini. Abbiamo fotografato senza eccessivi problemi anche in questa parte dell'area avendo riguardo a riprendere solo cose e non persone. Microcosmi che si aprivano nel presente insistendo, su un passato di mattoni e ferro. Poco più in là, sempre verso la ferrovia sul lato della Via di Portonaccio, incombeva lo scempio della peggiore malagestione del territorio. Ruspe che si accanivano per creare le basi di strutture in cemento armato. Sembravano scene di brutti film visti e rivisti tante volte ma, in questo caso, la nemesi si è realizzata attraverso lo scavo stesso che, in un punto particolare, ha intercettato una falda acquifera, facendola sgorgare, assolutamente limpida e...incredibilmente potabile. Stop ai lavori ed alla speculazione, e nascita di un parco. Per altre notizie sul Laghetto ex Snia rimando ad un link più sotto. Notizie sull'area industriale dal sito del Centro di documentazione territoriale Maria Baccante Per approfondire le vicende legate al "Lago della Snia" ed i tentativi di sottrarre l'area agli speculatori edilizi. |